Mobbing verticale, ascendente o esterno: cos’è e come difendersi

Cos’è il mobbing? Scopriamo con quali mezzi tutelarsi, sia con la prevenzione che grazie ai servizi di un investigatore privato.

Il mobbing è una condotta comportamentale particolarmente sgradevole, che viene tenuta su un luogo di lavoro (ma non solo: può verificarsi anche a scuola oppure tra famigliari) e che consiste nel porre in atto offese e mortificazioni, o addirittura veri e propri maltrattamenti soprattutto psicologici, nei confronti di un soggetto in particolare.

Sono quegli atteggiamenti sistematici e ostili, i quali, come una vera e propria persecuzione, trascendono il normale rapporto di lavoro e possono procurare a chi ne viene colpito seri problemi a livello psico-fisico.

Per tali caratteristiche, il mobbing viene generalmente inteso come una situazione provocata dai vertici di un’azienda nei confronti di un lavoratore dipendente. In realtà questa è solo una delle circostanze in cui si verifica. Oltre al mobbing verticale (o bossing), infatti, ci sono anche altre tipologie differenti, come il mobbing collettivo, che viene messo in atto da un gruppo che usa pratiche vessatorie verso un singolo soggetto.

Mobbing da parte del dipendente sul proprio capo

Ma, soprattutto, possiamo parlare anche di mobbing ascendente e di mobbing esterno, che rappresentano dei casi in cui è il datore di lavoro, o comunque il lavoratore con un grado superiore nella gerarchia aziendale, a subire minacce o comportamenti scorretti da parte dei propri sottoposti o da soggetti esterni.

È proprio su queste ultime due fattispecie che vogliamo focalizzarci, per capire come il datore di lavoro può tutelarsi: la prevenzione è un primo mezzo di difesa, mentre avvalersi dell’esperienza di un’agenzia investigativa è un modo per passare al contrattacco.

Prima di entrare nello specifico, però, vediamo brevemente le principali informazioni sui casi di mobbing ascendente e di mobbing esterno.

Mobbing ascendente e mobbing esterno

Immaginiamo un dipendente che segnala il suo datore di lavoro alle autorità preposte per delle irregolarità o a causa di vere e proprie violazioni della legge. Non solo è pienamente nel suo diritto, ma è anche un’iniziativa civica di grande valore e assolutamente da apprezzare.

Ma se invece il dipendente non presenta una denuncia e invece mette in pratica un ricatto, rivendicando dei benefici a fronte del suo silenzio? Oppure se la denuncia in questione è in realtà falsa e punta semplicemente a recare un danno al datore di lavoro, ad esempio per motivi di rivalsa o vendetta personale?

In questi casi parliamo, appunto, di mobbing ascendente. È una circostanza molto complessa, in cui in primo luogo occorre appurare con precisione assoluta se l’eventuale segnalazione del dipendente ha fondamento oppure no. Nel caso si riveli il mero frutto di un ricatto o di un tentativo di mettere in cattiva luce il proprio capo per un qualsivoglia genere di ripicca, entra in gioco l’art.2 della legge 179/2017, che da un lato difende chi segnala determinate problematiche all’interno del contesto lavorativo, ma dall’altro prevede anche sanzioni per “chi  effettua  con  dolo  o  colpa  grave segnalazioni che si rivelano infondate”.

Il concetto del mobbing esterno è similare a quello del mobbing ascendente. Le minacce e i comportamenti scorretti arrivano in questo caso, ovviamente, dall’esterno dell’azienda. Ad esempio potrebbero venire da un sindacato che, su avvertimento di un dipendente in merito a qualcosa di illecito sul luogo di lavoro, decide di ricattare il titolare per ottenere dei vantaggi di qualche tipo.

Anche qui, è importante capire quanto la segnalazione del dipendente sia veritiera o meno, in modo da smorzare sul nascere qualsiasi tentativo di estorsione o vessazione da parte di soggetti esterni.

Tutele contro il mobbing sul datore di lavoro: prevenzione e investigatore privato

Come in tutte le cose, la prima e fondamentale regola per tutelarsi contro il mobbing sul datore di lavoro è data dalla prevenzione.

Un tempo erano i lavoratori a doversi “vendere” all’azienda, mentre oggi è vero anche se non soprattutto l’opposto: è l’azienda stessa a dover essere appetibile per il dipendente. In modo particolare, è importantissimo saper creare un ambiente sano, professionale, dove vige se non proprio l’amicizia, quantomeno il rispetto reciproco. Se invece l’ambiente lavorativo è difficile e ostile, e l’azienda si fa terra bruciata attorno, allora la gestione diventerà molto complessa e i rischi di comportamenti scorretti da parte dei lavoratori aumenteranno in modo esponenziale.

Naturalmente prevenire le possibili situazioni di mobbing è fondamentale, ma a volte può non essere sufficiente. Anche negli ambienti migliori, infatti, possono capitare una tantum delle situazioni incresciose come quelle che abbiamo descritto in precedenza.

In queste circostanze, l’intervento decisivo arriva dall’esperienza e competenza di un investigatore privato.

No mobbing

Perché chiamare un investigatore privato a occuparsi dei casi di mobbing ascendente? Perché l’investigatore può svolgere le indagini necessarie a capire se le eventuali minacce di un dipendente hanno fondamento oppure no, se le segnalazioni di quest’ultimo in merito a problematiche sul luogo di lavoro sono veritiere o meno, e in generale reperire informazioni che possono avere anche valore penale e permettere la denuncia del lavoratore che ha messo in atto il mobbing, un po’ come avviene per le indagini sulla falsa malattia di un dipendente.

L’agenzia investigativa Currenti Investigazioni, con un’esperienza pluriennale nel settore dell’investigazione aziendale, può effettuare i controlli per dimostrare se un lavoratore ha segnalato una situazione effettivamente problematica, oppure se è stata data un’indicazione falsa in maniera dolosa. I detective di Currenti Investigazioni offrono dei report dettagliati, anche con documenti e foto che possono venire utilizzate come prova.

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