Anche nel settore investigativo è diffuso il reato dell’esercizio abusivo della professione. Ecco di cosa si tratta e come il consumatore può riconoscere un investigatore privato abusivo.
Le norme contro l’esercizio abusivo della professione
Se l’abusivismo in senso generale è storicamente una problematica molto diffusa nel nostro Paese, quello legato all’ambito professionale rappresenta una fattispecie particolarmente odiosa e pericolosa per chi fa impresa.
L’esercizio abusivo della professione viene regolamentato all’interno del Codice Penale, in particolare con l’articolo 348: chiunque eserciti abusivamente una professione per cui è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con una multa fino a 50mila euro e rischia da 6 mesi a 3 anni di reclusione.
Nonostante ciò, nel settore dell’investigazione privata l’abusivismo è una pratica decisamente presente in molte aree, da quelle aziendali e commerciali fino alle investigazioni nell’ambito delle attività di intrattenimento e spettacolo.
Proprio per questo motivo, nel corso degli anni, è stata sviluppata una serie di norme a tutela della figura dell’investigatore privato. Vediamo alcune delle principali:
- Articolo 134 TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), obbliga enti e privati ad avere la licenza del prefetto per eseguire investigazioni, ricerche o raccogliere informazioni per conto di privati
- Decreto del Ministero dell’Interno del 6 ottobre 2009, indica i requisiti necessari per l’iscrizione all’elenco (come l’assenza di precedenti penali, la maggiore età e altro ancora) e le modalità di selezione del personale addetto ai servizi di controllo per le attività di intrattenimento e spettacolo
- D.M. 269/2010, disciplina istituti e servizi di vigilanza privata e investigativi, indicando i requisiti professionali necessari per poterli dirigere
- Circolare Gabrielli e Circolare Morcone del giugno e luglio 2017, dispongono indicazioni per gestire eventi con grande affluenza di pubblico e offrono indicazioni sulla sicurezza, distinguendo tra i concetti di safety (misure che salvaguardano l’integrità delle persone) e security (servizio di ordine e sicurezza pubblica).
Sviluppo e conseguenze dell’abusivismo investigativo
Pur con tutte le normative che abbiamo elencato, l’abusivismo nell’ambito dell’investigazione privata non è per nulla scomparso. Semplicemente, si sviluppa seguendo percorsi più intricati che permettono di evitare gli eventuali controlli dell’Ispettorato del Lavoro o delle Forze di Polizia.
Ad esempio, esistono delle agenzie abusive che assumono l’identità di agenzie investigative regolari, utilizzando la licenza di queste ultime per apparire in regola in caso di verifiche esterne.
Perché un’agenzia investigativa o un investigatore privato dovrebbero concedere ad altri la propria licenza? Può verificarsi con soggetti ormai inattivi, che non riuscendo ad avere fortuna nel settore cercano di rifarsi prestandosi a questa pratica illecita, come un ricettatore che rivende merce rubata per rimpinguare i suoi guadagni.
Il problema dell’abusivismo, però, non è limitato soltanto a un livello etico e morale, ma è anche pratico: l’investigatore abusivo, operando nell’illegalità, può permettersi di offrire delle tariffe al ribasso che rischiano di eliminare dal mercato quelle agenzie che lavorano nel rispetto della legge.
Peraltro, anche se per il consumatore può sembrare più conveniente da un punto di vista economico, data la natura delicata degli argomenti di cui si occupa un detective privato, rivolgersi a un soggetto abusivo può risultare davvero molto rischioso, motivo per cui, quando si verifica un caso del genere, è fondamentale segnalarlo a chi di dovere (l’Ispettorato del Lavoro, ad esempio). Inoltre, le prove raccolte per redigere il report firmato dal falso investigatore privato non è in alcun modo una prova presentabile in tribunale, poiché non è una figura professionale competente.
Come riconoscere un investigatore privato abusivo
Ci sono alcune caratteristiche tramite cui un cliente può rendersi conto di avere a che fare con un investigatore privato che opera abusivamente.
In primo luogo un’agenzia investigativa seria deve avere una sede fisica e non può in nessun caso operare da remoto o da una sede differente, come un’abitazione privata.
Sul web, poi, si trovano tantissimi professionisti o agenzie di investigazione con siti fasulli. È bene fare attenzione alle informazioni che vengono proposte e ai dettagli sui servizi che offre.
Ad esempio, l’agenzia investigativa Currenti Investigazioni propone una sezione dove vengono descritti i servizi per privati e un’altra con servizi per le aziende in modo dettagliato, chiaro e trasparente.
L’investigatore abusivo, infine, sarà anche sprovvisto del tesserino di riconoscimento ministeriale, del numero di Licenza e di partita IVA.
Per qualsiasi dubbio in merito è sempre consigliato richiedere al professionista di mostrare la sua licenza. Se i dubbi dovessero continuare a sussistere, è bene contattare gli uffici competenti per accertarsi dell’identità del professionista.
Non farti ingannare dalle false agenzie investigative che promettono di risolvere il tuo caso a poco prezzo, rivolgiti sempre ad agenzie serie e affidabili come l’agenzia investigativa Currenti Investigazioni.